ALCUNI BUONI MOTIVI PER MEDITARE




ALCUNE BUONI MOTIVI PER MEDITARE




Vi sono molte buone ragioni per meditare, a causa dei numerosi effetti positivi che è possibile scoprire a mano a mano che persistiamo con costanza ed impegno nella pratica della meditazione.


Tali effetti non vanno però confusi con gli scopi, vale a dire con quell’atteggiamento che ci è sovente abituale: “faccio questo per ottenere quest’altro”, poiché questi effetti non siamo noi a raggiungerli con il nostro sforzo volontario, ma ci vengono “donati”, a mano a mano che impariamo a non voler tutto controllare, tutto possedere, a mano a mano che impariamo ad affidarci e a fidarci.


E’ bene ricordare che la meditazione non può avere uno scopo, in quanto ogni scopo, anche il più nobile, limita ed ostacola sempre il nostro rapporto con l’Essere, perché la nostra mente è orientata allo scopo e non è più aperta a ciò che è.


Vediamo alcune di queste buone ragioni per meditare.


1 - La meditazione insegna a rallentare. Meditando impariamo ad arrestare quel continuo agitarsi e darsi da fare, in cui siamo intrappolati. Siamo abituati a credere che essere attivi sia la prova che siamo vivi. Siamo sempre in movimento, presi dal fare, tanto che uno si dimentica dei problemi, della malattia, di sé stesso. Tutto questo agitarsi è molto spesso un tentativo di riempire dei vuoti, per evitare di rimanere in quello spazio dove qualcosa può sorgere, qualcosa di nuovo ed inaspettato.

Nella meditazione impariamo a rallentare, che non vuole dire fare le stesse cose, ma più lentamente. Rallentare vuole dire prendere un po’ di spazio, prendere contatto con il proprio corpo ed il proprio respiro.


2 - La meditazione insegna a vivere nel presente vivente. Cos’è questo presente vivente? Normalmente il nostro presente è ammantato dalle nostre abitudini, i nostri schemi mentali e comportamentali, e anche dalle nostre inquietudini.

Quando pratichiamo, ci siediamo in un certo modo, per un certo tempo stabilito, che deve essere rispettato, e in quel tempo non c’è alcuna presa sul tempo. Entrando in questo spazio del tempo - Trungpa diceva :”donare tempo al tempo, creiamo un puro tempo” - senza fare nulla, si crea un tempo al di fuori delle nostre inquietudini, desideri, scopi, pensieri abituali. Si impara a non dover sempre tutto controllare e ad abbandonarsi al presente e a sentire che esiste qualcosa in noi che “sa”, è come un’intelligenza che sa come fare. Ci si abbandona al presente e da qui sviluppiamo la fiducia. Dare fiducia è la condizione per potere abitare realmente il presente. Meditare trasforma il rapporto al tempo e a tutta la vita.


3 - La meditazione insegna ad entrare in rapporto con la propria esperienza. Seduti, in contatto con il nostro corpo ed il nostro respiro, facciamo esperienza di noi stessi, nel momento presente. Possiamo osservare i nostri pensieri e farne esperienza. E’ una conoscenza basata sull’esperienza, non su come ci immaginiamo di essere o vorremmo essere. Meditare dona lo spazio per sentire ed ascoltare ciò che noi siamo. In ciò che noi proviamo non c’è gerarchia: si guarda tutto con la stessa curiosità e con benevolenza. In natura ci sono tanti fiori, molto diversi l’uno dall’altro, ma per la natura non c’è un fiore più importante di un altro!


4 - La meditazione insegna a sviluppare il senso di avere un posto al mondo, a sentirsi nel mondo come a casa, intendendo con casa quel luogo dove uno può abitare ed essere ciò che è. Non vi sono ruoli sociali da giocare, né maschere da indossare, semplicemente si è. Si può dire: “E’ finito l’esilio…”


5 - La meditazione insegna infatti a toglierci le maschere. E’ un esercizio di chiarezza. Solitamente tendiamo a mettere in scena sempre le stesse commedie, le stesse dinamiche, gli stessi tipi di pensieri. Nella pratica della meditazione impariamo a riconoscere tutte queste nostre illusioni, a non nasconderci dietro i nostri ruoli o i personaggi che mettiamo in scena, di cui arriviamo a percepirne la profonda miseria. Siamo liberati così anche dal giogo del giudizio altrui.


6 - La meditazione insegna a non avere più paura, e ad essere coraggiosi: Essere coraggioso non vuol dire non avere paura, ma smetterla di aver paura di avere paura e non lasciarsi dominare dalle proprie paure. Meditando ci confrontiamo con le nostre paure: la nostra fragilità, la nostra impotenza, la malattia e la morte. Abbiamo paura della nostra fragilità, del fatto che siamo umani e che siamo soggetti alla malattia e alla morte. Viviamo allora dimenticandoci di questo, come se queste cose non dovessero mai accadere. La meditazione ci dà il coraggio di sentire la nostra fragilità e ci insegna a dare più valore alla nostra vita.


7 - La meditazione insegna ad essere responsabili della nostra vita proprio perché impariamo a riconoscere che ogni momento è prezioso.


8 - La meditazione insegna a scoprire la bontà primordiale. E’ questa una dimensione che si dona quando si è pienamente presenti. La vita ci appare buona, non necessariamente confortevole o bella, ma buona. Questa bontà non è fabbricabile, possiamo solo attendere che si manifesti e abbandonarsi ad essa.


9 - La meditazione insegna a scoprire l’autentica pace. Quella pace che non è calma piatta, assenza di problemi o preoccupazioni, che non è conforto a tutti i costi. E’ uno stato più profondo, in cui si cessa di lottare e si impara a tenere insieme le contraddizioni e a sentire che un profondo senso di gioia può coesistere con un intenso dolore. Si impara a fare la pace con le nostre contraddizioni.



Possiamo citare queste bellissime parole di R. M. Rilke :

Quando un’inquietudine passa, ombra o luce di nube sulle vostre mani o sulla vostra fronte, dovete pensare che qualche cosa si fa in voi. Che la vita non vi ha scordati, che essa vi tiene nelle sue mani e non vi abbandonerà. Perché volete escludere dalla vostra vita sofferenza, inquietudine, pesanti malinconie di cui ignorate l’opera in voi?” (dai Vergers, citata da Dominique Sauthier allo Stage “La méditation de Pleine présence” 27-31 Luglio 2017)