A cosa serve la meditazione


A cosa serve la meditazione?

 

A Pisa, a Palazzo Blu, si è da poco inaugurata una mostra che celebra i 50 anni del primo uomo sulla Luna.  Il 20 Luglio 1969 infatti, l’Apollo 11 si posava sul nostro satellite.

 

Chi allora era già nato ed era un po’ cresciuto può ricordare i toni entusiastici che celebravano la “conquista dello Spazio”.

Come non ricordare la celebre frase di Neil Armstrong, il primo uomo a calpestare il suolo lunare: “Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità”?!









 

Con quell’evento si celebrava la totale fiducia nella scienza e nella tecnica come rampa di lancio al progresso dell’umanità, un progresso a tutto tondo.

 

Ricordo molto bene come anche nel lontano e povero Burkina Faso (allora Alto Volta) dove ero nato e vivevo, questo evento fosse visto come un grande evento, una promessa per tutta l’umanità. E ricordo ancora la mostra itinerante, allestita presso una sala municipale del comune di Bobo Dioulasso, in cui vennero esposte alcune piccole rocce lunari portate dagli astronauti al loro ritorno sulla terra. Ricordo che erano nere e che non ci trovai niente di particolare.

 

Anche oggi la mostra di Pisa, curata da National Geographic con la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana, usa toni enfatici, celebrativi, per ricordare i 50 anni del primo uomo sulla luna, delle missioni Apollo, l’esplorazione dello spazio, e per presentare le future prossime avventure nello spazio.

 









Indubbiamente fa parte della natura umana essere attratto da ciò che non si conosce e dal volere esplorare l’universo e in ciò non c’è niente di male. Ma a distanza di 50 anni quale bilancio possiamo farne?

 

Oggi, credo che sia pacifico che quel primo passo sulla luna non sia stato tutto quella gran cosa che si diceva allora e il mondo non è andato certo meglio, anzi la scienza e la tecnologia si sono dimostrate ampiamente impotenti - se non fuorvianti - nel rendere il pianeta un mondo migliore.

 

Proprio quello stesso giorno del 20 luglio 1969, mentre L’Apollo 11 allunava, in California, in un monastero Zen, lo Zen Mountain Center, il monaco zen Shunryu Suzuky, fondatore del primo monastero zen fuori dall’Asia, teneva un incontro pubblico sullo zazenin cui fece alcuni riferimenti a quell’evento. (Zazen è il termine che nelle tradizioni orientali indica la meditazione seduta)

 

La cosa sorprendente è il modo tranquillo, pacifico e disilluso con il quale si espresse su questo evento.

Ecco alcuni passaggi di cosa disse in quell’incontro:

 

“Il primo uomo a camminare sulla Luna sarà forse molto fiero della sua prodezza, ma ai miei occhi non è un eroe. Non so cosa ne pensiate, ma è il mio parere (…) Invece di cercare la riuscita nel mondo esterno cerchiamo di vivere più nel profondo gli istanti della nostra vita quotidiana. Tale è il senso dello zazen.”(Shunryu Suzuki: Libre de soi, libre de tout, Ed. du Seuil, pag.47)

 

E poi:

“Se vi si dice: Ecco una pietra che viene dalla Luna, ne sarete catturati. Di fatto non credo che vi sia una grande differenza tra le pietre che abbiamo sulla terra e quelle che sono sulla Luna. E se andaste su Marte credo che troverete le stesse. Anzi ne sono del tutto certo (…) Allora invece di balzare da un luogo all’altro dell’Universo, apprezzate la vostra vita in ogni momento, osservate ciò che vi circonda ad ogni istante e abitate veramente il vostro ambiente di vita” (ibid; p.47)”

 

E poi ancora:

“Andando sulla Luna non sono sicuro che perseguiamo la migliore direzione per gli esseri umani. (…) Quando troviamo lo spirito dello zazen scopriamo il modo in cui dobbiamo vivere in quanto esseri umani. In altri termini non siamo ingannati né dalle cose né da una idea particolare”. (ibid p.48)

 

Ecco, espressi in modo tranquillo e pacato, dei giudizi acuti e profondi, quasi profetici su cosa è stato quell’evento del primo uomo sulla Luna, giudizi che all’epoca, nel giorno stesso del trionfo della scienza, potevano suonare come “blasfemi”, da persona incolta e sempliciotta.


Col suo sguardo Shunryu Suzuki è andato oltre l’apparenza, la mondanità scientifica e l’entusiasmo dei tempi, ha colto la pochezza umana di quell’evento, la sua irrilevanza ai fini della nostra qualità di vita. Egli non era un ingegnere, un astrofisico, un matematico, un sociologo, un politico. Era semplicemente ciò che la pratica della meditazione gli aveva insegnato: un essere umano che vede e dice ciò che vede.

 

Questo sguardo, questo modo di vedere le cose per quello che sono, liberi da illusioni e condizionamenti, è proprio ciò che viene allenato nella pratica della meditazione seduta.



INCONTRI DI MEDITAZIONE A FORNACETTE (PI)

E FIRENZE


A FORNACETTE  IL MARTEDI' 

DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 20.30


A FIRENZE IL SECONDO E QUARTO GIOVEDI' DEL MESE

DALLE ORE 19.45 ALLE ORE 20.45


Per INFORMAZIONI:

A PISA: REBECCA PARENTI  CELL: 393 911 34 26

A FIRENZE: CARLO BERTORELLO CELL: 335 64 48 128